Palmenti: i social fermentano nelle sue vasche ma la qualità del vino è da rivedere

Giuseppe Cillis
4 min readSep 9, 2021

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PALMENTI: I SOCIAL FERMENTANO NELLE SUE VASCHE, MA LA QUALITÀ DEL VINO È DA RIVEDERE

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Nella mia piccola comunità, quest’estate c’è stata un’ “invasione” di turisti. Più di un centinaio di visite (la proloco ci dirà il numero esatto) che per il nostro paese è un numero importante considerando la scarsa presenza di attrattori riconosciuti a livello regionale e nazionale e la mancanza di strutture ricettive organizzate.

Questo boom non è dovuto alla presenza di una strategia di marketing territoriale [la quale non c’è ora ma non c’è stata neanche in passato] ma grazie soprattutto alla diffusione di una foto sui social.

La foto è stata pubblicata da Angelo Gabriele Mazzolla e mostra i palmenti dall’alto senza alcuna interferenza visiva delle costruzioni moderne, di opere artistiche e dell’immondizia lasciata da incivili.

Questa foto c’entra molto perchè, a quanto pare, è stato un richiamo turistico importante. Più di eventi, sagre o cose simili. Dico questo perchè, un ragazzo/amico [non faccio il nome] che passa molto tempo nei dintorni del Parco dei Palmenti per lavoro (e che fa anche da info point e guida turistica volontaria ai turisti che si trovano li a farsi foto e a fantasticare sui possibili utilizzi ) , ha chiesto a molti di loro: << Come avete conosciuto Pietragalla? >> (si, una semplice domanda che però deve essere alla base delle indagini dei flussi turistici) e loro nella maggior parte dei casi hanno risposto: << Grazie ai Social/instagram e la foto dei Palmenti dall’alto>>.

Ecco, le foto su instagram e sui social. Infatti questa foto dei palmenti ormai si vede ovunque e in tutte le salse.

Per cui la prima lezione che possiamo imparare è che: l’investimento migliore per la valorizzazione di posti sconosciuti è quello di “pagare” chi si occupa di produzione di materiale digitale in maniera innovativa e della sua disseminazione sui media. Innovativo non in termini tecnologici ma nelle idee e nei contenuti, per cui già le semplici foto e video fatte con un minimo di storytelling vanno bene. Finanziare attività di promozione a gente che copia le foto e i testi (spesso sbagliando) non ha funzionato molto (mi permetto di fare una critica costruttiva).

Seconda lezione (negativa) che abbiamo appreso: quando ci sono posti sconosciuti, è importante che gli enti preposti alla valorizzazione del territorio e diffusione di info storiche scrivano cose vere e sensate. Questo non è avvenuto perchè la descrizione dei Palmenti che era presente sul portale di Basilicata Turistica (per fortuna è sparita perchè stanno aggiornando il sito) e quella tuttora presente sul sito del Comune (online forse da 15 anni considerando le foto) hanno creato un guazzabuglio di roba incredibile e che spesso fa rabbrividire chi ha speso una tanto tempo per far conoscere i Palmenti in giro.

Il colmo però è che l’autore della foto ha descritto i palmenti in maniera corretta, ma tutti hanno solamente condiviso la foto senza neanche leggere cosa c’era scritto nel post !!!

Infatti ho perso parecchio tempo a commentare post sbagliati linkando i pochi siti attendibili da cui poter recuperare info [uno di questi è Altobradano.it che, invece, è da 20 anni che scrive cose sensate sulla storia di Pietragalla e che è l’unico portale di riferimento per conoscere i nostri luoghi]. È vero, ci sono poche ricerche fatte e quindi molte cose non si conoscono (l’unico libro di riferimento è il lavoro enorme di Vincenzo D’Angelo) ma questa non può essere una scusa. Ecco, al massimo spenderei qualche altro euro per finanziare studi, ricerche, borse di studio per capirne davvero qualcosa in più. E si lo so che i soldi non ce ne sono e la necessità principale è garantire la vivibilità minima in un paese che si sta spopolando [che sono anche le cose che portano più voti e che quindi ogni amministrazione fa da sempre] … ma investire un minimo in ricerca permetterebbe, ad esempio, di scoprire qualcosa in più che potrebbe essere usato come volano per iniziative turistiche ecc ecc… [ci sono maree di esempi sparsi anche in Basilicata e in altre regioni].

Per ora ci accontentiamo degli Hobbit.

Inoltre personalmente sono sempre a favore di concorsi di idee e laboratori di progettazione partecipata (tra locali e “forestieri”) ma con un approccio di sostenibilità finanziaria di quello che viene fuori (ovvero non puntare a fare cose che necessiterebbero di migliaia di euro anche perchè candidare un progetto non è semplice e i tempi sono bibblici). Non è una cosa complicata perchè in altre realtà simili alle nostre hanno fatto queste cose allo “sparagno” [risparmio] per poi avere una visibilità tale da per poter fare poi cose con più cash.

Sono cose che più o meno ripeto e scrivo spesso perchè tengo al fatto che l’unica cosa di oggettivo valore sia lasciato all’abbandono… reale e virtuale!

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Giuseppe Cillis
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Written by Giuseppe Cillis

Ricercatore (precario) di paesaggi. Geografo digitale. Mixando vecchie mappe polverose ed i pixel di immagini satellitari. Spettatore in quarta fila

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