La scuola sarà la prima vittima dello spopolamento in Lucania…
A livello nazionale, si discute riguardo al calo di interesse verso gli istituti scolastici professionali e tecnici. In Basilicata, invece, esiste una sorta di ‘guerra civile’ tra paesi limitrofi riguardo alle iscrizioni degli studenti ai vari istituti superiori, e una lotta politica campanilistica per i vari accorpamenti. Tuttavia, queste sono le classiche lotte tra poveri, dato che il problema principale è la natalità. Quando si deciderà di intervenire seriamente, in alcuni paesi non ci sarà neanche la possibilità di formare classi delle scuole elementari e medie. Basta mappare i dati della natalità degli ultimi anni per capire che il problema è ENORME.
Negli ultimi anni, ho avuto modo di ascoltare e affrontare il problema delle scuole lucane di diversi livelli. Le motivazioni sono diverse: gli alunni sono pochi, i politici nazionali non tengono conto delle peculiarità delle regioni marginali e i politici regionali agiscono secondo logiche spesso senza senso, smembrando e smantellando ancora di più il sistema scolastico lucano secondo le classiche logiche paesane (nel senso negativo del termine).
Ovviamente, la mia competenza sul tema è relativa, ma ho avuto modo di osservare diverse tipologie di istituti presenti in Basilicata e in diversi ambiti territoriali. Le dinamiche sono differenti, le polemiche (anche giuste) sono, ahimè, più o meno le stesse. Ma si cerca ancora di alimentare una guerra civile senza capire che, al di là delle strategie di orientamento scolastico e delle soluzioni organizzative che si possono immaginare, il problema principale è proprio lo spopolamento e quindi la mancanza di alunni ovunque.
Infatti, lo spopolamento avvenuto negli anni passati, insieme alle scelte politiche nazionali e regionali sciagurate, hanno portato a una prima crisi del sistema e ai primi accorpamenti tra istituti differenti e localizzati in ambiti territoriali anche molto diversi tra loro.
Ma la questione diventerà sempre più complicata da gestire perché in Lucania non nascono più bambini. Fino a qualche anno fa lo spopolamento era gestibile, ma essendo esponenziale, ogni anno è sempre peggio.
Ho raccolto i dati pubblici dell’ISTAT per mappare e tabulare le nascite che si sono verificate in Lucania negli ultimi anni.
La prima mappa (e relativa tabella) riguarda il numero dei nati dal 2019 al 2023. Questi nati saranno gli alunni delle scuole medie inferiori e superiori all’incirca a partire dal prossimo decennio (dal 2029 in poi). Già ad occhio, si nota che ovviamente nei Comuni più grandi, le barre dell’istogramma sono notevoli. Ma questi comuni sono pochi. Infatti, basta zoommare qua e là per vedere che in alcuni casi queste barre sono minuscole… o addirittura assenti in alcuni anni.
Inoltre, i dati sono stati tabellati per poter toccare con mano i numeri reali.
Questa è la situazione.
Andrebbe pubblicata e fatta vedere ogni giorno ai vari politicanti che blaterano senza conoscere la terra che calpestano durante le campagne elettorali.
Escludendo Potenza, Matera e gli altri paesi con più di 10000 abitanti, si può notare la drammatica situazione. È chiaro che al diminuire degli abitanti, diminuiscono i nascituri. Non ci vuole un esperto di statistica o di istruzione per capire che in alcuni paesi sarà complicato realizzare delle classi della scuola elementare e media. La cosa terribile è che, come si può immaginare, questi numeri difficilmente saliranno nei prossimi anni. Scenderanno… non c’è bisogno di metterli in relazione ai numeri di chi va fuori regione.
È una cosa che si può apprezzare andando in giro per i nostri paesi.
Se invece si va più indietro nel tempo, si potrebbe indagare su quello che sta accadendo ora e per vedere la velocità con cui questo calo è avvenuto.
Sempre dai dati ISTAT, si può ricostruire l’andamento partendo dal 2002. Ecco la tabella per tutti i comuni e per tutti gli anni. Per farsi un’idea, quelli che si iscriveranno alle superiori il prossimo anno, sono quelli nati più o meno tra il 2009/2010.
Anche qui, non ci vuole un mago per capire che nella maggior parte dei casi, dal 2002 al 2023 si è assistito a un dimezzamento delle nascite. In alcuni casi anche maggiore!! Anche nei paesi in cui non c’è stato un vero e proprio spopolamento, la natalità si è ridotta quasi della metà. Potenza e Marsicovetere (Villa d’Agri) sono solo due esempi.
Non c’è bisogno di un analista per capire che, se il trend rimane questo, tra 10 anni in molti paesi non nascerà più nessuno. Pertanto, anche il problema della scuola è chiaramente legato allo spopolamento quindi perdere tempo ed energia per cercare di sopravvivere come singolo istituto non ha senso.
Quello che cambia,a ogni livello di istruzione, è la tipologia di problema. La gara a chi ha più iscritti è assolutamente inutile se non per una pura soddisfazione professionale a chi si occupa dell’orientamento e la gestione dell’istituto. Inutile anche perché questa gara va a scapito anche della qualità stessa della didattica [ma qui il discorso si allungherebbe troppo].
È chiaro che le scuole non possono prendersi anche l’onere di studiare strategie di ripopolamento di massa, ma è anche vero che i Dirigenti Scolastici possono catalizzare l’attenzione su questo problema e “spingerlo” verso i piani alti della governance politica. Purtroppo, si parla ancora troppo di orientamento e viene chiesto ai professori di cooptare studenti in ogni dove… quando invece si dovrebbe seriamente pensare a come organizzare una “lotta politica” seria e a lungo termine con i politici locali e nazionali per cercare di inventarsi qualcosa che possa evitare il declino totale della cultura e dell’istruzione nella nostra Regione.
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